TIPO FUDO

Valentina Bernabei
3 min readJul 10, 2022

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Olafur Eliasson The presence of absence pavilion, 2019–2022 Photo Luca Privitera Courtesy Studio Olafur Eliasson e/and Fondazione CRC

Esterno giorno, prima domenica di luglio 2022 nel nord-est italiano: tre persone muoiono sotto il crollo di un ghiacciaio.
Interno giorno, stessa prima domenica di luglio del nord-ovest italiano, nella sede torinese delle Gallerie d’Italia, in piazza San Carlo, è in corso la mostra del fotografo italiano Paolo Pellegrin.
Esterno giorno, ultimo fine settimana di giugno 2022 nel nord-ovest italiano: viene installata nel prato di un castello in provincia di Alba un’opera di arte dell’artista danese-islandese Olafur Eliasson.

Che cosa hanno in comune le due mostre piemontesi, di sedi ed artisti molto differenti tra di loro e il fatto di cronaca italiana?
Nulla di tangibile, quindi niente in sostanza ma un tema sottile, leggero e grave allo stesso tempo: il cambiamento climatico e in particolar modo le sue ripercussioni sui ghiacciai.

A Torino, l’esposizione La fragile meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia, mostra il lavoro di Paolo Pellegrin con la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi.
Gli scatti esposti a palazzo Turinetti sono il risultato dell’impegno di Pellegrin per oltre un anno in diverse zone del mondo per indagare le relazioni naturali seguendo i quattro elementi naturali (terra, acqua, aria e fuoco).
Oltrepassando le esteticamente impareggiabili foto del primo ambiente della mostra, scendendo, c’è una sezione di scatti che fanno parte del progetto che la NASA iniziò nel 2009 in Antartide (la missione icebridge) per raccogliere dati sui ghiacciai e sulle due regioni polari. In uno dei dettagliati pannelli didascalici dell’esposizione si legge che “la Groenlandia potrebbe perdere più ghiaccio in questo secolo che negli ultimi 12mila anni”.

A Grinzane Cavour, sul prato a lato del celebre castello, vicino alla bella vigna di CRC, viene inaugurato il progetto di committenza di arte pubblica A Cielo aperto 2022, quattro opere di arte contemporanea per i trenta anni della Fondazione CRC, realizzato in collaborazione con il castello di Rivoli museo di arte contemporanea, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev con la collaborazione di Marcella Beccaria e Marianna Vecellio.
La prima opera ad essere esposta è quella del’artista danese-islandese Olafur Eliasson (nato nel 1967), che lavora con diversi media che usa per approfondire meccanismi percettivi, esperienza corporea personale e comunitaria, di sé e dell’ambiente circorstante.

L’opera di Eliason, The presence of absence pavilion, è una scultura in bronzo, che ha una forma di parellelepipedo scavato, ricavata dalla fusione di un blocco di ghiaccio proveniente dal fiordo di Nuup Kangerlua, al largo della costa della Groenlandia.

Nella scultura in mostra il ghiaccio è ovviamente sciolto, e rimane il ricordo, l’assenza, il memento.

Sempre Eliason per Ice Watch Eliasson fece trasportare quattro grandi blocchi di ghiaccio galleggiante fino a Copenaghen (2014), Parigi (2015, in coincidenza con la conferenza sul clima COP21) e Londra. Cittadini e turisti, chiunque passava, poteva toccare frammenti di ghiaccio della Groenlandia e rendersi conto di quanto fosse fragile mentre spariva davanti ai propri occhi.

L’episodio tragico e recente delllo scioglimento della Marmolada è il risultato negativo di un evento globale che sembra sempre non riguardarci da vicino.
Anche la Groenlandia è lontana, per fortuna gli artisti (almeno loro), ad ogni latitudine hanno sempre gli occhi aperti e le antenne sintonizzate per captare e raccontarci meglio quel che accade e che sta per accadere.

ps_ il titolo di questo post è anche un verso di “Ghiacciai” di Clementino

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