THEN TAKE THIS CUP OF KINDNESS
Vicino alla piramide c’è un cimitero. La piramide è quella Cestia di Roma, quartiere Ostiense, il cimitero è quello acattolico della stessa città, dove sono stati sepolti diversi letterati, artisti, scultori la cui fama ha avuto durata più lunga della loro vita terrena. Il posto quindi, oltre ad accogliere defunti protestanti più o meno illustri, sin dal diciottesimo secolo ha incontrato l’arte; un rapporto che continua: il 17 settembre al suo interno inaugura una mostra, come del resto succede da anni lì, con progetti espositivi studiati, non casuali ma tutti cosiddetti site specific, ossia appunto realizzati proprio per quel luogo preciso. In questo caso l’artista contemporanea Cosetta Mastrantonio ha scelto di partire dalla letteratura, realizzando opere ispirate a sei scrittori/autori che non sono stati sepolti in spazi consacrati. Sono Dario Bellezza, Carlo Emilio Gadda, Amelia Rosselli, Luce d’Eramo, Antonio Gramsci, Andrea Camilleri. Per ciascuno di loro un’opera in cartapesta: se sembra che ci sia pesantezza, è solo apparente, l’arte in questo caso si fa lieve, come è consono al luogo.
Ritorna, dopo 15 anni di pausa, un duo che ha avuto ruolo importante, anche se di nicchia, nella scena musicale anglosassone di fine secolo scorso: gli Arab Strap. La nuova canzone degli scozzesi Aidan Moffat e Malcolm Middleton è uscita a inizi settembre e si intitola “Turning Of Our Bones”, anticipando l’uscita del prossimo album, prevista per il 23 ottobre. Come si evince chiaramente dal testo del brano (da un cui verso è ispirato il titolo di questo post), anche qui, abbiamo a che fare con la morte. “Sex and death seem to be my eternal occupations” ha dichiarato Moffat in una intervista pubblicata sul The Guardian il 3 settembre. Si legge in quella stessa intervista, scritta dal freelancer Daniel Dylan Wray che “Moffat ha visto innegabilmente bellezza e redenzione in aree dove altri vedevano marciume e oscurità”. Proprio come succede spesso con la morte.
“Nella nostra società occidentale si fa fatica a pensare e parlare della morte. Diventa difficile e impervio aiutare e accompagnare qualcuno nell’elaborazione del lutto, se non abbiamo intrapreso prima noi un percorso di conoscenza di se stessi” si legge a pagina 29 del libro “Parole e gesti per dire addio”, di Bruna Aragno e Marco Maggi per FrancoAngeli editore, in uscita a fine settembre. La morte, in questo caso, oltre che pronunciata spesso come parola, viene utilizzata come evento per crescita personale, sia nell’infanzia che in età adulta. Il libro, oltre a ricordare nella prima parte teorica come gli eventi luttuosi siano tra i principali fattori di stress esistenziali (nei primi posti della scala IRLE di Paykel), nella seconda parte tecnica propone lettura e visioni di brani, videogiochi, film e anche videoclip (Say Something, interpretata dal Christina Aguilera con il duo A Great Big World e Le tasche pieni di sassi di Jovanotti ).