That where we going

Valentina Bernabei
3 min readDec 4, 2020

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Emmanuel Taku, Brothers In Red, 127 cm x 200 cm, Noldor Artist Residency, 2020. Quest’opera ricorda, per il colore rosso e l’importanza dei tessuti, “The initiates” , un’opera di altra artista africana, Fatou Kandè Senghor.

Negli stessi giorni in cui nell’Africa meridionale viene eletto Hitler, in Africa subsahariana inaugura una mostra di arte contemporanea in uno studio ricavato da un magazzino.
Il 3 dicembre 2020 Adolf Hitler Uunona, 54 anni, è stato eletto consigliere distrettuale di Ompundja, nella regione di Oshana in Namibia: con l’omonimo tedesco soltanto il nome in comune. Il giorno seguente, 4 dicembre, ad Accra, in Ghana vengono esposte dieci opere dell’artista Emmanuel Taku, un emergente che ha preso parte alla prima residenza indipendente del Ghana, il Noldor Artist Residency, programma annuale di quattro settimane.
Tra i due suddetti fatti, dell’Africa nord e sud, nessun legame, ma entrambi ci dicono che l’Africa va avanti.
Nella mostra che inaugura in Ghana, dove attualmente non ci sono restrizioni pandemiche se non il consiglio di usare la mascherina, si può vedere una selezione di opere prodotte nel periodo di residenza, realizzate con una varietà di materiali che vanno dall’acrilico ai tessuti e ai giornali che Taku applica su tela, fibra di vetro, rete in fibra o compensato. L’esposizione, con il titolo “Temple of Blackness — It Takes Two”, è nello spazio dello studio-magazzino di Noldor, dal 4 dicembre 2020 al 17 gennaio 2021. La residenza è stata inventata dallo specialista di arte africana contemporanea, imprenditore sociale e filantropo Joseph Awuah-Darko. Noldor si sviluppa in due fasi distinte. Per le prime tre settimane, l’artista risiede e crea in uno studio di grandi dimensioni situato nel quartiere “balneare” di Accra, mentre gli ultimi sette giorni della residenza vengono trascorsi in uno spazio appartato alla periferia della stessa città, in una sorta di ritiro con una guida personale, professionale e creativa. Attraverso il suo formato non convenzionale, Noldor promuove un approccio olistico alla creazione, in cui la salute psico-emotiva è parte importante del percorso creativo dell’ artista. Dopo l’esposizione africana sono previste anche partnership con gallerie internazionali per promuovere il lavoro dell’artista in residenza in musei e gallerie d’arte. Le finalità sono molteplici: rafforzare il collezionismo locale (che è comunque in crescita) ma riaffermare anche il proprio ruolo educativo, offrendo opportunità di apprendimento sia per i partecipanti che per il pubblico locale, con attenzione alla parte psicologica e sociale delle persone. Tutto è stato fortemente voluto dal fondatore della residenza, Joseph Awuah-Darko (nato a Londra) che, oltre ad essere un conoscitore, collezionista e commerciante d’arte contemporanea africana, ha costantemente guardato alla sua educazione ghanese e ai lunghi viaggi per coltivare i legami tra una scena artistica europea consolidata e le industrie culturali emergenti dell’Africa. Con l’esperienza presso la galleria d’arte moderna e contemporanea africana Sulger-Buel a Londra, Awuah-Darko ha coltivato attivamente la sua comprensione delle dinamiche del mercato dell’arte globale, cercando in tal modo di applicarle e adattarle alle sue radici africane. Awuah-Darko si è fatto notare e conoscere con l’iniziativa Agbogblo Shine, per la gestione dei rifiuti elettronici che gli ha riconosciuto un riconoscimento globale (Forbes 2019 Africa 30 Under 30; West African Business Excellence Awards).

Ps. Il titolo di questo post è anche un verso di un nuovo brano di Lupe Fiasco, “Shoes”

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