Sorretto da un anelito

Valentina Bernabei
2 min readJul 21, 2020

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GILES DULEY PER EMERGENCY

C’è un pieno senso di sospensione che accomuna molte attività (e inattività), pre e post pandemia e che non hanno necesseriamente legami con essa ma che comunque ne risentono, anche a livello inconscio, già nei nomi delle cose. “En attendant la fin de la quarantaine”, ad esempio, è il titolo di un progetto artistico di Evan Roth, on line nello spazio virtuale della galleria parigina Jeau de Paume. Sospese sono state le “Arboree Volanti”, il progetto che, con la realtà aumentata, l’artista Simone Berti ha realizzato il 1 luglio in piazza Gae Aulenti a Milano e ancora visibile qui.

Attesa e sospensione, irreale e percepita o reale, fisica e corporea come un un risveglio del corpo e delle funzioni vitali in ripresa da malattie fisiche che impediscono il “normale” decorso.
Come un atleta a letto dopo un infortunio, come un fuoriclasse che non si arrende ma si reinventa e supera i limiti, come Alex Zanardi e come il fotografo Giles Duley, che, similarmente al pilota paraciclista, ha perso entrambe le gambe, oltre che il braccio sinistro, a seguito dell’esplosione di una mina in Afganistan dove Duley si era recato nel 2011 per sua volontà come fotogiornalista.
Giles Duley aveva esperienza decennale nel campo della fotografia di moda e musica a livello internazionale, poi la decisione di lasciare quei settori e iniziare a finanziare personalmente i suoi viaggi per documentare storie di vittime di guerra in tutto il mondo.
Nel 2010, dopo aver visitato il Centro Salam di EMERGENCY in Sudan, Duley inizia a collaborare con l’organizzazione, di cui oggi è membro del consiglio direttivo di EMERGENCY UK.
I pazienti ricoverati, il loro coraggio e la loro pazienza sono al centro dei suoi progetti e delle sue foto che ora si possono vedere nella sua mostra fotografica “Iraq: una ferita aperta”, curata da EMERGENCY e ospitata in una delle sale del Castello di Rovereto da poco restaurate, dove rimarrà aperta fino al 1° novembre 2020 e sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30 ad eccezione del lunedì. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso al Museo italiano della Guerra di Rovereto.

Ps: “Sorretto da un anelito” è anche un verso del testo de Il mio canto libero Mogol/Battisti

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Written by Valentina Bernabei

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