Red Gold and green

Valentina Bernabei
5 min readNov 4, 2023

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Un dettaglio (pag. 58) dal The Art Basel and UBS Survey of Global Collecting 2023

Nei mitici anni ’90 Sarah Lucas con Tracey Emin gestiva The Shop, un proto-pop-up appena fuori Brick Lane dove vendevano piccole opere, come ha ricordato Louis Wise nel suo articolo su The Finantial Time in occasione della personale di Lucas ora in corso alla Tate di Londra.
Un gioco-esperimento da young british artists non ancora affermate ma che di certo ha consentito una nuova e più accessibile modalità di acquisto dell’arte contemporanea.
Sullo stesso filone ha continuato a lungo l’altro ormai grande Yba Damien Hirst, non nuovo a esperimenti di vendita delle sue stesse produzioni di multipli e affini, su siti e piattaforme create ad hoc.
Da allora a oggi il mondo del collezionismo dedicato all’arte contemporanea è cambiato ancora e ancora tanto da arrivare a fine 2023 con due dei più grandi protagonisti del settore impegnati ad affrontare l’argomento, a sentire l’esigenza di parlarne.

L’evoluzione del mercato dell’arte è come al solito al centro delle attenzioni di Art Basel e UBS che con una conferenza on line il 3 novembre 2023 hanno presentato il Survey of Global Collecting 2023.
La conversazione, moderata da Melanie Gerlis, editorialista e collaboratrice del mercato dell’arte per il Financial Times, ha visto controntarsi Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics, con gli esperti Paul Donovan, economista capo UBS Global Wealth Management e Noah Horowitz, amministratore delegato di Art Basel.
Con il nuovo Survey of Global Collecting è stato approfondito il panorama in continua evoluzione dell’acquisizione d’arte, esplorando i comportamenti guida e gli atteggiamenti dei collezionisti con patrimoni elevati (HNWIs) nei primi sei mesi del 2023, tra le sfide poste dalla nuova incertezza economica nei principali mercati dell’arte.
Il report pubblicato da Art Basel & UBS e preparato da Dr. Clare McAndrew, Art Economics è un denso e importante compendio di 149 pagine, suddiviso in macro sezioni: global collecting 2023; NHW collector spending; collector motivations; event &outlook. Importante l’introduzione che specifica accuratamente il campione di indagine, anche per per regione geografica ed età. L’Italia come quasi tutti gli altri continenti scende di pochi punti percentuali, salgono le acquisizioni in Cina.
Molti i punti interessanti, tra questi fondamentale lo sguardo “economico” di Noah Horowitz, Ceo Art Basel: “La maggior parte dei collezionisti è motivata dal piacere personale e dall’identità personale quando si tratta di assemblare le proprie collezioni d’arte; le motivazioni finanziarie la seconda motivazione principale più alta. Novità per questo studio, abbiamo esaminato in modo approfondito l’uso del credito, con il 43% dei collezionisti che prende in prestito per finanziare le proprie collezioni d’arte, con la percentuale finanziata che aumenta con la ricchezza dei collezionisti, indicando la resilienza dei collezionisti a tassi di interesse più elevati. Un terzo dei collezionisti con patrimoni molto elevati intervistati aveva finanziato il 50% delle proprie collezioni utilizzando il credito, sotto forma di prestiti non garantiti o tramite servizi specializzati di prestito d’arte”.
Puntuale lo stato dell’arte dell’anno in corso fatto da Christl Novakovic (Head of Global Wealth Management EMEA Chair of The UBS Art Board UBS, Global Lead Partner of Art Basel): “Gli storici potrebbero guardare indietro al 2023 come all’anno in cui l’economia ha smesso di essere così anormale. Sin dalla grande crisi finanziaria del 2008, abbiamo dovuto piegare, allungare o addirittura rompere i modelli tradizionali per comprendere e prevedere il modo in cui le persone commerciano e fanno affari. Questa è stata l’era del “tutto ciò che serve” in politica monetaria, dell’ascesa della Cina, della pandemia globale, dell’ondata di populismo e del ritorno della guerra in Europa”.
Si legge nel survey di Art Basel che “nel 2023, i collezionisti della generazione X hanno speso più dei loro coetanei più giovani in alcuni dei mezzi di maggior valore, registrando in media la spesa complessiva più elevata per i dipinti ($ 145.000 contro $ 108.000 per i millennial). Erano anche quelli che spendevano di più in opere su carta, anche se i millennial spendevano ancora di più in sculture, installazioni, fotografia e film o videoarte. I collezionisti della generazione Z hanno registrato la spesa media più elevata per stampe e arte digitale, il che indica che questi potrebbero essere mezzi importanti e accessibili per i collezionisti più giovani che entrano nel mercato dell’arte”.

Anche Sotheby’s si interroga sulle evoluzioni del collezionismo e le nuove riflessioni e attenzioni le condivide con il suo pubblico con una nuova newsletter, che è in onore delle artiste donne, inviata da chi nella casa d’aste ricopre il ruolo di Global Chairman and Head of Global Fine Art e, in quanto tale, ha “un posto in prima fila per osservare l’evoluzione delle nostre aste ogni stagione” per dirla con le sue parole. Brooke M. Lampley esplicita la finalità di questo invio nella prima puntata della newsletter che è quella di “facilitare la connessione tra creatori e collezionisti”.

L’email inviata da Sotheby’s in onore delle artiste per presentare le nuove vendite di novembre

Stupisce, in questa interessante email di fine ottobre, un termine da lei scelto: “creator”.
E’ ormai la parola dell’anno? Tra youtuber, tiktoker e più in generale qualsiasi user dei social che elabora “contenuti” video a visivi, creator è diventata una tipologia che è a metà strada tra elaboratore e autore, con eterogeneità dei mezzi utilizzati. In effetti dal survey 23 di Art Basel Ubs si evince che, anche se la pittura è ancora l’arte più acquisita, nei primi sei mesi di quest’anno i collezionisti HNW hanno destinato il 3% del loro budget alle opere d’arte digitali.
Ma oltre a questo, è ancora più interessante la modalità di creazione delle collezioni e Brooke M. Lampley con il suo ruolo in Sotheby’s lo sa bene.
La sua newsletter, che anticipa le vendite di novembre, racconta l’ascesa delle donne come artiste e collezioniste e nel farlo sceglie la collezione di Emily Fisher Landau, mecenate nella stirpe di Peggy Guggenheim, Gertrude Stein e Isabella Stewart Gardner, tutte donne d’avanguardia che hanno plasmato il discorso dell’arte del XX secolo”. La sua collezione sarà battuta da Sotheby’s l’8 e 9 novembre, la newsletter offre una selezione di pezzi di artiste che “fino a poco tempo fa, i collezionisti dovevano lavorare per scovare artiste di questo livello”.

P.S. Il titolo di questo post è anche un verso di “Karma Chameleon”, brano dei Culture Club inserito nell’album Colour by Numbers del 1983

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