Always been around

Valentina Bernabei
2 min readJan 17, 2021
Still da “OUTSIDE”, Inbal Pinto — Etgar Keret

Un interno monocromatico, come di un solo colore è il territorio che, scandito temporaneamente e temporalmente dai vari dpcm, è la zona in cui ci si può spostare. Ma non è rosso, né giallo né arancione il colore scelto per Outside, il video realizzato dall’estro creativo di due talenti internazionali come lo scrittore israeliano Etgar Keret e la danzatrice e coreografa Inbal Pinto. In questo caso c’è un più conciliante colore grigioverde che sembra essere passato con una unica pennellata dello stesso grado di pantone che ha coperto pareti, tavolo, mensole, calzini, libri.
Cerchi nello smartphone qualcosa che aiuti a raccapezzarti”*.
Una piccolissima prigione colorata che durante il loockdown stringe sempre di più.
Vecchi appuntamenti, chiamate perse, indirizzi promemoria”*.
Le pareti chiudono chiudono chiudono e la casa che inizialmente era quasi accogliente diventa la più stretta del mondo, proprio come la polacca “Keret House” che proprio lo scrittore israeliano aveva voluto, ricordando l’esperienza dei genitori deportati.

Si potrebbe definire video-danza ma è riduttivo, come ogni volta che si deve definire qualcosa di talentuoso e fuori dall’ordinario, per spiegare cosa è Outside. Bisogna vederlo e per sette giorni si può farlo su Raiplay. Prima è stato proiettato lo scorso agosto aTimes Square, a Shibuya Tokio e a Habima Square a Tel Aviv.
Ci si trova davanti a uno spettacolo inedito, leggero e inquietante allo stesso tempo.
Un po’ ludico, e il suono del mandolino in sottofondo aiuta, e un po’ per niente: il cronista televisivo lo sa. In punta di piedi, quando sembra che volando ci si infila nelle pantofole che si fatica poi a togliere, in punta di dita, quando si finge di suonare tasti di pianoforte su tastiera di farina bianca.
La coreografia ideata da Pinto, leggendo il racconto scritto da Keret dopo la fine del primo lockdown in Israele e pubblicato lo scorso luglio sul New York Times*, gioca realisticamente sulla sensazione di disorientamento al momento di provare a ricominciare a vivere normalmente dopo un periodo di isolamento forzato.
Outside è una co-produzione tra Israele e Giappone realizzata in contemporanea a Tokio e Tel Aviv con la partecipazione della danzatrice israeliana Moran Muller e l’attore e danzatore giapponese Mirai Moriyama.

Ps Il titolo di questo post è anche il verso di Dream II, brano di Palmistry da Post Eternity (2020), video monocromatico grigioverde proprio come Outside

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Valentina Bernabei

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